L’Accademia dell’Ignoranza 2
Publicato originariamente il 4 Marzo 2013

L’Accademia dell’Ignoranza 2
“Luce, più luce!” J.W.Goethe, 22 Marzo de 1832
Premessa
Se qualcuno è rimasto sorpreso dall’ultimo post (L’Accademia dell’Ignoranza 1) o ha pensato che il racconto fosse esagerato, oggi racconterò tre esempi emblematici dei metodi usati dalla direttrice di quell’accademia.
1. La trasformazione della pince di petto
Come sappiamo, la pince di petto è un angolo nel tracciato del cartamodello del davanti che determina il volume del petto. Più l’angolo è ampio, maggiore sarà la proiezione. Questo volume si concretizza nel momento della cucitura.
È possibile modificare la posizione della pince aprendo dove si desidera e chiudendo quella originale. Inoltre, si può nasconderla in una cucitura o distribuirne il valore tra più cuciture o pinces.
Nell’Accademia dell’Ignoranza, però, la direttrice sostiene di sapere come farla scomparire del tutto, mantenendo un davanti senza cuciture né pince (eccetto quella del fianchetto) perfettamente aderente al corpo, senza l’uso di tessuti elasticizzati.
A suo dire, persino una famosa linea di abbigliamento con un reparto di modellistica avanzata si sarebbe rivolta a lei per sviluppare la prima camicia da donna completamente aderente senza pince anteriori. Naturalmente, afferma sempre di dover “ritrovare il cartamodello”, ma questo miracolo sembra perennemente smarrito.
Se qualcuno avesse davvero scoperto il modo di dare volume a un piano piatto senza eliminare un settore circolare (cioè senza pince), avrebbe rivoluzionato la geometria e sarebbe finito sulla copertina delle riviste scientifiche di tutto il mondo. Ma non è accaduto.
Se un cartamodello del genere fosse davvero esistito, qualcuno l’avrebbe copiato, evitando l’uso delle pince e delle cuciture aggiuntive che aumentano i costi di produzione. Serve solo un po’ di serietà.
2. Il rilascio delle cuciture e l’uso del ferro da stiro
La direttrice consiglia di lasciare da 3 a 5 cm di margine di cucitura, per eventuali ritocchi, anche se il cartamodello è già stato tracciato sulle misure reali. Una giacca con due cuciture potrebbe arrivare ad avere 10 cm di margine totale, permettendo addirittura di aumentare di due taglie. A questo punto, ci si chiede: serve davvero fare il cartamodello?
In una giacca da donna con 4 pezzi si arriverebbe a 35 cm di margine, più altri 10 cm considerando i davanti. In totale: 45 cm — praticamente mezza circonferenza del petto in margini di cucitura!
Consiglia inoltre di lasciare tutte le cuciture intere. Ma allora, come si apre una pince di petto se ci sono 5 cm di margine? Se si fa un taglio, il margine perde la sua funzione.
E per stirare? Mai con il vapore: potrebbe macchiare. Solo amido spray, e la stoffa non va stirata se non è spiegazzata.
Le cuciture non vanno rifinite: si devono passare punti lenti, tranne nei casi di moda veloce. Ma se si usano i punti lenti, che senso ha misurare 3 o 5 cm di margine?
3. I cartamodelli
Secondo la direttrice, non serve avere basi già pronte: meglio disegnarle ogni volta da capo. Se fa due trasformazioni in un giorno, traccia due volte la stessa base.
Li realizza su carta colorata, incollandoli e fissandoli con nastro adesivo. Ne testa solo la metà, invece di creare un capo di prova (mussola), nonostante abbia a disposizione macchine da cucire perfettamente funzionanti.
A proposito di macchine: non le lubrifica, per evitare macchie. E per avvolgere una spolina? Bisogna lasciare un po’ di filo annodato all’interno, altrimenti “scivola”.
Conclusione
È evidente che questo tipo di insegnamento non è serio. La cosa peggiore è che molti studenti si affidano a questa accademia con speranze reali, fanno sacrifici economici, ma restano fermi per anni a studiare tre cartamodelli base e poche trasformazioni.
Il tempo scorre, e quando si risvegliano, è tardi per entrare nel mondo della moda, un settore altamente competitivo. In quell’accademia si alimentano sogni, non si costruiscono competenze.